http://aisthema.eu/ojs/index.php/aisthema/issue/feedAisthema, International Journal2022-05-20T15:53:43+00:00Aisthema Editorial Boardinfo@aisthema.euOpen Journal Systemshttp://aisthema.eu/ojs/index.php/aisthema/article/view/74La Rückfrage y la fenomenología como arqueología2022-05-20T14:26:54+00:00Jaime Villanuevajvillanuevabarreto@gmail.com<div class="page" title="Page 1"> <div class="layoutArea"> <div class="column"> <p>Questo articolo presenta l’importanza della <em>Rückfrage</em> (domanda retrospettiva) nel metodo fenomenologico, poiché significa un “ritorno” all’origine costitutivo di tutto senso e validità dell’essere. È il modo di accedere alla genesi del mondo della vita, come un mondo doxico, soggettivo-relativo da cui sono costituite tutte le nostre esperienze. In questo senso, ci dà tutti gli strati che la tradizione e la cultura hanno posto sulle nostre esperienze più originali. Si presentano anche obiezioni e risposte a questa applicazione del metodo fenomenologico, come pure la presentazione della fenomenologia come archeologia del senso.</p> </div> </div> </div>2022-05-20T00:00:00+00:00Copyright (c) 2022 Jaime Villanuevahttp://aisthema.eu/ojs/index.php/aisthema/article/view/87La personalizzazione della moda2021-11-11T10:35:08+00:00Maria Giovanna Ruggieroruggiero.mary@libero.it<p>L’articolo intende analizzare la fenomenologia della moda e l’idea di stile che essa ha suscitato nelle differenti epoche storiche, prendendo in esame alcuni dei classici in materia e avvalendosi non solo di un criterio storicistico ma anche pluridisciplinare, tenendo conto delle relazioni che il fenomeno intrattiene con le diverse dimensioni dell’esistenza. Successivamente vengono presi in esame sia il concetto di stile così come si è sviluppato nella modernità e nella contemporaneità, sia gli strumenti estetici di cui si serve, come la corporeità, per esprimere l’identità individuale. Inoltre si sofferma sul nuovo tipo di consumo definito nell’epoca post–industriale, economia dell’arricchimento, in cui anche la moda gioca il suo ruolo attraverso la personalizzazione degli oggetti che acquisiscono un loro particolare valore. Verrà dato, infine, rilievo al binomio moda–stile come strumento che concorre alla definizione e rappresentazione di sé in ambito relazionale.</p> <p> </p> <p> </p> <p> </p> <p> </p>2022-05-20T00:00:00+00:00Copyright (c) 2022 Maria Giovanna Ruggierohttp://aisthema.eu/ojs/index.php/aisthema/article/view/88Henri Cartier-Bresson e la fenomenologia: per una fotografia come esperienza2022-02-17T17:45:36+00:00Camilla Gamberinicamigamberini@gmail.com<p lang="it-IT" align="JUSTIFY"><span style="color: #000000;"><span style="font-family: Times New Roman, serif;"><span style="font-size: medium;">Il lavoro del fotografo Cartier-Bresson può essere definito come la raccolta di una miriade di personaggi e tematiche. La ricorstruzione del retroterra teorico del suo modo di fotografare richiede un duplice sforzo: da un lato la presa di coscienza del fatto che si ha a che fare con un fotografo estremamente permeabile alle influenze culturali date dal proprio contesto storico. In secondo luogo si deve sottolineare l'incredibile capacità del fotografo di estrapolare i contenuti rielaborandoli in maniera del tutto personale, integrandoli nel proprio percorso di artista. La presente riflessione si basa su numerose testimonianze, principalmente interviste, in cui Cartier-Bresson propone l'idea dell'atto fotografico come esperienza, utilizzando espressioni e terminologie ricorrenti che permettono la messa in relazione con la filosofia fenomenologica francese di metà Novecento.</span></span></span></p>2022-05-20T00:00:00+00:00Copyright (c) 2022 Camilla Gamberinihttp://aisthema.eu/ojs/index.php/aisthema/article/view/90Teologia e via pulchritudinis2022-04-01T18:19:50+00:00Pamela Salvatoripamelasal85@gmail.com<p>La <em>via pulchritudinis</em> è una realtà assai articolata, soggetta a diverse interpretazioni. Sono ormai numerosi i contributi dedicati all’incontro tra teologia ed estetica e chi prova ad addentrarsi in questo campo di indagine non può che costatarne una reale complessità. Attualmente sembra di poter individuare diversi livelli interpretativi del rapporto teologia-estetica, modalità differenti di pensare teologicamente la <em>via pulchritudinis</em>. In questo articolo si tenterà di delineare, nei limiti del possibile, alcune linee interpretative di tale rapporto, tuttavia, nel fare ciò si dovrà ricorrere ad inevitabili generalizzazioni, ponendo l’enfasi prevalentemente sui tratti comuni a varie proposte. Saranno così delineati sinteticamente alcuni aspetti che sembrano caratterizzare certi orientamenti ermeneutici attuali circa il rapporto teologia-estetica/<em>via pulchritudinis</em>. Dopo aver introdotto la problematica, si analizzeranno due principali tendenze, la prima relativa al rapporto tra teologia e arte, la seconda relativa al rapporto teologia e percezione/sentimenti. All’interno di tali tendenze si vedranno affiorare diverse letture delle stesse. Si concluderà con qualche osservazione critica su quanto esposto precedentemente.</p>2022-05-20T00:00:00+00:00Copyright (c) 2022 Pamela Salvatorihttp://aisthema.eu/ojs/index.php/aisthema/article/view/27La follia come cliché: sull’artista non creativo2022-05-20T09:47:13+00:00Leonardo Distasoleonardo.distaso@unina.it<p>Il testo si interroga sui cliché relativi all’idea che esista un rapporto diretto o implicito tra genio e follia e che questo rapporto determini in qualche modo l’artisticità dell’opera prodotta. Sebbene un qualche rapporto possa esserci, è tutto da dimostrare che esso sia una causa determinante per stabilire l’artisticità dell’opera e le capacità artistiche dell’autore. In questo senso si rimanda alle osservazioni di Adorno e all’imprescindibile posizione sociale dell’artista e dell’opera per chiarire i limiti di quello che può essere considerato un retaggio dell’idealismo soggettivo.</p>2022-05-20T00:00:00+00:00Copyright (c) 2022 Leonardo Distasohttp://aisthema.eu/ojs/index.php/aisthema/article/view/85Considerazioni sul concetto di intueor nell’opera di Descartes2022-05-20T15:11:53+00:00Andrea Bocchettiandrea.bocchetti@gmail.com<div class="page" title="Page 1"> <div class="layoutArea"> <div class="column"> <p>Attraverso un’analisi delle occorrenze del termine intueor e delle sue flessioni nell’opera di Descartes, il presente articolo intende evidenziare la crucialità che tale concetto riveste nell’opera del pensatore francese: l’esposizione dell’apparato concettuale legato ad una visione del pensiero come visione stabilizzante, consente di mostrare lo stretto legame che intercorre tra la “visione” fondativa dell’ego pensante e la declinazione dell’essere in quanto cogitatum.</p> </div> </div> </div>2022-05-20T00:00:00+00:00Copyright (c) 2022 Andrea Bocchettihttp://aisthema.eu/ojs/index.php/aisthema/article/view/89Recensione a Graziella Federici Vescovini, Medioevo magico. La magia tra religione e scienza nei secoli XIII e XIV, Rusconi, Sant’Arcangelo di Romagna 2021, pp. XXXI-523, ISBN 97888180366192022-05-20T15:18:45+00:00Mario Lupolimariolupoli@yahoo.it2022-05-20T00:00:00+00:00Copyright (c) 2022 Mario Lupoli